Le opzioni sono strumenti derivati che offrono al compratore il diritto, ma non l’obbligo, di acquistare o vendere un’attività sottostante a un prezzo stabilito, entro o a una data specifica. Questa caratteristica le rende strumenti finanziari molto versatili, utilizzati sia per scopi speculativi sia per copertura.
Le opzioni si basano su un contratto asimmetrico: solo il venditore ha l’obbligo di rispettare i termini, mentre il compratore può decidere liberamente se esercitare o meno il diritto acquisito.
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Elementi chiave delle opzioni
Ogni opzione è definita da alcuni elementi specifici:
- Sottostante (o underlying): È l’elemento a cui si riferisce l’opzione, che può essere un’azione, un indice, una valuta, una merce o un altro tipo di attività. Tutte le opzioni che condividono lo stesso sottostante appartengono alla stessa “serie”.
- Facoltà: Esistono due tipi principali di opzioni: la call, che offre il diritto di acquistare il sottostante, e la put, che concede il diritto di venderlo. Le opzioni della stessa tipologia sono raggruppate in “classi”.
- Scadenza: Le opzioni possono essere europee o americane. Le opzioni europee possono essere esercitate solo alla data di scadenza, mentre le opzioni americane possono essere esercitate in qualsiasi momento fino alla scadenza.
- Prezzo di esercizio (strike price): È il prezzo predeterminato a cui si può acquistare o vendere il sottostante, a seconda del tipo di opzione.
Tipi di posizioni nelle opzioni
Nel mercato delle opzioni, gli investitori possono assumere quattro tipologie fondamentali di posizioni, ognuna delle quali offre opportunità e rischi specifici.
Long call: In questa posizione, il possessore di un’opzione call ha il diritto, ma non l’obbligo, di acquistare il sottostante a un prezzo predeterminato (il prezzo di esercizio) entro una certa data. Questo tipo di posizione è comunemente adottato dagli investitori che prevedono un aumento del prezzo del sottostante, permettendo loro di trarre vantaggio da un potenziale incremento di valore.
Long put: Similmente alla posizione lunga su una call, il possessore di un’opzione put detiene il diritto di vendere il sottostante a un prezzo prestabilito entro una certa scadenza. Gli investitori che assumono questa posizione spesso lo fanno per proteggersi contro un possibile calo del prezzo del sottostante, consentendo loro di limitare le perdite.
Short call: In questa posizione, il venditore di un’opzione call è obbligato a vendere il sottostante se l’acquirente decide di esercitare il suo diritto. Gli investitori che adottano questa strategia sperano generalmente che il prezzo del sottostante rimanga sotto il prezzo di esercizio, consentendo loro di incassare il premio ricevuto senza dover vendere l’asset.
Short put: Qui, il venditore di un’opzione put è obbligato ad acquistare il sottostante se l’acquirente esercita il suo diritto di vendita. Gli investitori che optano per questa posizione spesso lo fanno in previsione che il prezzo del sottostante rimarrà stabile o aumenterà, consentendo loro di guadagnare il premio senza dover acquistare l’asset.
Il valore di un’opzione, sia essa call o put, può essere positivo o nullo, ma mai negativo. Questo perché il possessore ha sempre la libertà di decidere se esercitare l’opzione o lasciarla scadere, mantenendo in questo modo un certo livello di controllo sul proprio investimento.
Fattori che influenzano il valore delle opzioni
Il valore di un’opzione è determinato da diversi fattori, ciascuno dei quali può influenzare in modo significativo la sua valutazione. Il primo elemento fondamentale è il prezzo del sottostante: quando il prezzo di mercato del sottostante si avvicina o supera lo strike price, il valore dell’opzione aumenta. Ad esempio, nel caso di un’opzione call, più il prezzo del sottostante supera lo strike price, maggiore sarà il valore dell’opzione. Un altro fattore chiave è la volatilità di mercato. Un’alta volatilità implica un maggiore potenziale di variazione del prezzo del sottostante, aumentando quindi il valore temporale dell’opzione, poiché le probabilità che essa diventi redditizia crescono.
Anche la durata residua dell’opzione gioca un ruolo importante: più lunga è la durata residua, maggiore è il valore temporale, poiché l’opzione ha più tempo per entrare “in the money” (cioè quando diventa vantaggioso esercitarla). Con il passare del tempo, tuttavia, il valore temporale tende a diminuire in quello che è noto come time decay: a pochi giorni dalla scadenza, il valore temporale è quasi nullo, lasciando solo il valore intrinseco, ovvero la differenza tra il prezzo del sottostante e lo strike price quando l’opzione è “in the money”. I tassi di interesse rappresentano un ulteriore fattore: un aumento dei tassi di interesse tende ad aumentare il valore delle opzioni call e a diminuire quello delle opzioni put, poiché gli investitori possono preferire mantenere capitale liquido o investito in attività meno rischiose.
Finalità delle opzioni
Le opzioni vengono utilizzate dagli investitori e dagli operatori finanziari per raggiungere tre obiettivi principali, ognuno dei quali comporta strategie specifiche e differenti livelli di rischio e rendimento.
La speculazione è una delle finalità più comuni: gli investitori acquistano opzioni con l’intento di realizzare un profitto sfruttando le variazioni di prezzo del sottostante. In particolare, se un investitore prevede che il prezzo di un’azione aumenterà, potrebbe acquistare un’opzione call per ottenere un guadagno dalla differenza tra il prezzo d’acquisto e il prezzo di vendita dell’azione, senza dover possedere il titolo sottostante. Questa strategia consente di trarre vantaggio anche da movimenti di prezzo limitati, sfruttando l’effetto leva delle opzioni. La speculazione con le opzioni può generare rendimenti elevati, ma presenta anche rischi, poiché una previsione errata può comportare la perdita dell’intero premio pagato.
La copertura è un’altra finalità cruciale per l’uso delle opzioni. In questo caso, gli investitori utilizzano opzioni per proteggere un portafoglio da potenziali perdite dovute a variazioni sfavorevoli dei prezzi. Ad esempio, un investitore che possiede azioni potrebbe acquistare un’opzione put per limitare le perdite in caso di ribasso del titolo. Se il prezzo del titolo dovesse diminuire, l’opzione put consentirebbe all’investitore di vendere a un prezzo prefissato, riducendo così il rischio complessivo del portafoglio. Questa strategia è comunemente utilizzata dagli investitori istituzionali e dai gestori di fondi per ridurre l’impatto della volatilità di mercato e proteggere i rendimenti degli investimenti.
Infine, l’arbitraggio è una tecnica avanzata che sfrutta le discrepanze di prezzo tra diversi mercati o strumenti finanziari per ottenere profitti privi di rischio. Gli operatori possono acquistare opzioni su un mercato e vendere su un altro, o combinare opzioni con altri strumenti finanziari per trarre vantaggio da piccoli squilibri di prezzo. Ad esempio, se un’opzione ha un prezzo diverso su due mercati, un operatore potrebbe acquistare dove il prezzo è più basso e vendere dove il prezzo è più alto, realizzando un guadagno senza rischi significativi. L’arbitraggio richiede una notevole rapidità di esecuzione e una profonda conoscenza dei mercati finanziari, ed è generalmente praticato da istituzioni finanziarie o operatori professionisti con accesso a sofisticati sistemi di trading.
Tipologie di contratti di opzione in Italia
In Italia, le opzioni sono negoziate principalmente sul mercato IDEM e includono vari tipi di contratti, come:
- Opzioni Mibo: Basate sull’indice FTSE MIB, sono di tipo europeo con scadenze mensili, trimestrali, semestrali e annuali.
- Opzioni Mibo Settimanali: Hanno scadenza settimanale.
- Opzioni su azioni: Possono essere di tipo americano o europeo, con differenti modalità di esercizio e scadenze.
Esempio pratico di utilizzo di un’opzione call
Immaginiamo che un investitore acquisti un’opzione call europea sul titolo Alfa, con strike price di €30 e scadenza a un mese, pagando un premio di €2. A scadenza, si possono verificare tre situazioni:
- Titolo Alfa a €25: L’investitore non esercita l’opzione poiché non è conveniente; perde solo il premio iniziale di €2.
- Titolo Alfa a €30: L’investitore è indifferente sull’esercizio dell’opzione; perde solo il premio iniziale di €2.
- Titolo Alfa a €35: L’investitore esercita l’opzione e acquista il titolo a €30, guadagnando un profitto netto di €3 (35 – 30 – 2).
Questo esempio dimostra come il valore di un’opzione possa fluttuare e come il rischio sia limitato alla perdita del premio iniziale, rendendo le opzioni uno strumento attraente per gestire il rischio in portafoglio.
Esempio pratico di utilizzo di un’opzione put
Consideriamo ora un esempio pratico per comprendere come funziona un’opzione put. Supponiamo che un investitore acquisti un’opzione put europea sul titolo Beta, con strike price di €50 e durata residua di un mese, pagando un premio di €3. A scadenza, si possono verificare i seguenti scenari:
- Titolo Beta a €55: L’investitore decide di non esercitare l’opzione poiché il prezzo di mercato è superiore allo strike price. Non gli conviene vendere il titolo a €50 quando può venderlo sul mercato a €55. In questo caso, la perdita è limitata al premio inizialmente pagato di €3.
- Titolo Beta a €50: L’investitore è indifferente se esercitare o meno l’opzione, poiché il prezzo di mercato coincide con lo strike price. Anche in questo caso, la perdita si limita al premio pagato.
- Titolo Beta a €40: L’investitore esercita l’opzione put, vendendo il titolo a €50 quando il prezzo di mercato è sceso a €40. In questo scenario, ottiene un profitto netto di €7 (50 – 40 – 3), considerando il premio iniziale.
Questo esempio dimostra come un’opzione put possa proteggere un investitore da un calo dei prezzi di mercato, consentendogli di vendere a un prezzo stabilito, anche se il valore del sottostante diminuisce. Le opzioni put sono particolarmente utili per copertura e protezione del capitale in situazioni di mercato ribassista.
Questo articolo è stato realizzato e revisionato dall’autore con il supporto di strumenti di intelligenza artificiale. Per ulteriori informazioni, consultare i nostri T&C.
Giuseppe Fontana
Sono un laureato in Management dello sport e delle attività sportive e appassionato in programmazione, finanza e produttività personale, ambiti che considero essenziali per chiunque voglia crescere e migliorarsi. Nel mio lavoro mi occupo di web marketing e gestione e-commerce, dove metto alla prova ogni giorno le competenze che ho sviluppato nel corso degli anni.